Autore: Federico Tiribello
A quanti di voi sarà capitato durante una camminata in montagna, o durante la “corsetta” di appoggiare male il piede, facendovi male alla caviglia.
La maggior parte degli infortuni nel calcio, come nella pallacanestro e in generale in queste tipologie di sport, si verificano a seguito del contatto tra giocatore-giocatore, ma si riscontra un numero significativo di infortuni anche senza contatto. Difatti la distorsione della caviglia viene considerato l’infortunio più comune tra le persone fisicamente attive.
Non recuperare bene da una distorsione può portare nel tempo ad una condizione di instabilità meccanica e funzionale.
L’instabilità meccanica si verifica quando i legamenti falliscono nel rimodellarsi alla lunghezza normale, consentendo movimenti oltre i normali limiti fisiologici. La capsula articolare della caviglia ed i suoi tessuti molli vengono spesso allungati o lacerati al momento della lesione, interrompendo così le fibre nervose propriocettive che li attraversano.
Questo può produrre una instabilità funzionale, ovvero l’atleta/sportivo può sentirsi meccanicamente stabile, tuttavia avere difficoltà nel mantenere correttamente l’equilibrio in appoggio mono-podalico.
L’instabilità meccanica e quella funzionale possono verificarsi indipendentemente l’una dall’altra o in combinazione. Riconoscerle e valutarne l’enità permette: di ridurre il rischio di un ulteriore infortunio, di evitare un’instabilità cronica della caviglia, o lo sviluppo di patologie concomitanti o conseguenti.
Nonostante l’alta incidenza, si tratta di lesioni generalmente sottostimate, per cui la loro osservazione avviene quando già la fase acuta è stata superata, in molti casi a causa della presenza di un’instabilità cronica post-traumatica, presente soprattutto tra gli adolescenti.
Questa condizione può condurre ad un’alterazione degli schemi motori, in quanto vengono assimilati e si fanno propri atteggiamenti posturali scorretti con conseguenti alterazioni delle dinamiche di movimento che possono sfociare in problematiche croniche o ulteriori infortuni. Diversi studi scientifici associano una caviglia poco stabile ad un alto rischio di infortunio al ginocchio, in prevalenza nella popolazione femminile.
Età e genere rappresentano importanti fattori di rischio per atleti e sportivi. Man mano che si invecchia, è necessario dedicare più tempo ad un adeguata routine pre-attività fisica, che comprenda una parte di stretching dinamico, esercizi propriocettivi e di stabilizzazione, al fine di prevenire in modo significativo l’insorgere di nuovi infortuni.
Pro-motus, grazie alla collaborazione di squadra tra fisioterapisti, osteopati e trainers, propone percorsi di prevenzione, di riabilitazione e di recupero propriocettivo muscolare, durante le diverse fasi dell’infortunio.
L'adesione a un programma di allenamento ben progettato e il trattamento tempestivo adeguato degli infortuni consentiranno all’atleta di prevenire la perdita di tempo all’interno della stagione agonistica, così come per uno sportivo amatoriale di dedicarsi serenamente alla propria attività fisica.
Bibliografia:
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